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Porno segretaria per vecchi porconi.


di LaCavalla
11.12.2007    |    77.890    |    62 9.8
"Dopo una ventina di bordate sentii i fiotti della sua calda e abbondante sborrata che mi riempiva la pancia..."
Ciro ci ha sottomessi fisicamente e cerebralmente, non possiamo più fare a meno di lui dall’alto dei suoi 64 anni ha una grande esperienza con le femmine, è così autoritario, io non riesco neanche a tenergli lo sguardo e quando mi usa violenza come quando mi sculaccia o mi tortura i capezzoli mentre mi monta, mi procura degli orgasmi indescrivibili. Lui rappresenta la perversione, mi sta facendo fare porcate che né la mia mente né quella di mio marito sarebbero mai riuscite a concepire. Con mio marito non ho più rapporti da quando c’è Ciro, non provo piacere con lui e lui che mi ha invogliata, è rassegnato al ruolo del marito cornuto, guardone e segaiolo, quando gli è concesso.
Qualche tempo fa Ciro che è un imprenditore, organizzò una riunione dove io facevo la sua segretaria e mio marito un altro impiegato dell’ufficio. Quella mattina aveva invitato quattro suoi colleghi per discutere di lavoro.
Indossavo un tailleur grigio antracite con minigonna aderente e lunga fino a metà coscia con un profondo spacco dietro al centro, sotto la giacca indossavo solo un reggiseno senza coppe, sotto perizoma nero e calze con reggicalze dello stesso colore e avevo un paio di scarpe con tacco a spillo da novanta. Mio marito che mi aveva aiutata a prepararmi, mi confidò che ero uno schianto e che sicuramente avrei fatto stare a cazzo dritto per tutta la durata della riunione quei porconi e cominciò a fantasticare su come mi avrebbe poi scopata Ciro eccitandosi al punto che dovetti segarlo.
In ufficio anche Ciro si eccitò a vedermi e lo fece notare portandosi la mia mano sulla patta del suo pantalone facendomi sentire il suo cazzone duro come il travertino, non rimasi indifferente, anch’io mi ero eccitata a toccarlo, avevo voglia che mi montasse e comincia a strusciarmi a lui con la figa contro la sua gamba mentre lui mi baciava in bocca con la lingua. Esclamò: “cazzo, stanno arrivando e ho una gran voglia di fotterti” io gemevo e gli chiesi di farlo. Non se lo fece ripetere la seconda volta ordinò a Bruno mio marito di uscire dal suo ufficio e di intrattenere gli ospiti man mano che arrivavano. Bruno chinò il capo dispiaciuto per non aver potuto assistere e uscì dalla stanza. Appena fuori mi inginocchiai davanti a Ciro e liberai il suo cazzo dai pantaloni e lo infilai in bocca ciucciandolo con foga ma dopo un po’ mi fermò la testa dicendomi che se continuavo così mi avrebbe sborrato in bocca e non voleva, mi fece alzare e mentre lui si toglieva i pantaloni mi sollevai la minigonna, divaricai le gambe e mi appoggiai alla scrivania a pecora, mi si avvicinò si mise su di me e mi origliò nell’orecchio: “sei proprio una vacca, così mi piaci” e mi penetrò la figa con il suo cazzone in un solo colpo facendomi sobbalzare dal dolore e cominciò una monta indiavolata gemevo e cercavo di trattenermi dall’urlare emettendo solo dei gridolini che sicuramente si sentivano nella stanza accanto dove stava mio marito con gli ospiti che intanto erano cominciati ad arrivare. Preso dall’eccitazione lo sfilò dalla figa e me lo piantò nel culo, questa volta non potetti fare a meno di urlare, mi aveva fatto male, ma quanto mi piaceva essere riempita e sborrata nel culo dal cazzo enorme di quel vecchio porco. Dopo una ventina di bordate sentii i fiotti della sua calda e abbondante sborrata che mi riempiva la pancia. Rimase dentro fin quanto il cazzo non cominciò ad afflosciarsi, lo volevo ancora, non ero soddisfatta e cominciai a ruotare il culo e a rinculare e sentivo che cominciava a rigonfiarsi. Lo sfilò e mi disse: “… e basta!!! Vacca… - mi mollò un ceffone fortissimo sul culo – e proseguì dicendo: …ma stai sempre in calore? Sei proprio una zoccola, pulisciti e vai di là. Mi sentivo umiliata ma non nascondo che mi piaceva quando lo faceva e preso un fazzolettino mi ripulii della sborra che il mio culo non era riuscito a trattenere e mi era colata lungo le cosce bagnando anche le calze.
Quando uscii dall’ufficio di Ciro vidi quattro vecchiacci che mi guardavano e si scambiavano sorrisi, gli comunicai che l’ingegnere li aspettava e li feci accomodare, mi rivolsi a mio marito Bruno - tutto rosso in viso - e gli chiesi cosa avessero da ridere quegli stronzi e lui disse che si era sentito tutto quello che avevo fatto con Ciro e che i maiali erano stati in religioso silenzio per gustarsi tutti i miei gemiti.
Dopo un po’ che era cominciata la riunione Ciro mi chiama e mi chiede delle fotocopie per uno dei quattro il quale non fa altro che guardarmi nella scollatura e le gambe e poi ogni occasione era buona per cercare il contatto fisico con me. Dei presenti era quello più viscido, grasso e squallido, mi faceva veramente schifo. Alla pausa pranzo i quattro invitarono anche me e Bruno (per loro era solo l’altro impiegato dell’ufficio). Al ristorante mi ritrovai seduta tra il dott. Mario (uso nomi di fantasia per ovvi motivi) e Ciro. Mi guardava sempre più insistentemente e cominciò a farmi una corte serrata disinteressandosi di tutti. Mi confidò che se avesse avuto una segretaria come me, avrebbe fatto follie per farla sua in tutti i sensi, gli sorrisi e mentre sorseggiavo dell’altro vino che mi aveva versato, gli dissi che ogni donna sarebbe rimasta affascinata da un uomo importante e generoso che la fa sentire la sua principessa. Vedo che lei è una donna intelligente, mi rispose. Dopo un po’ sentii la sua mano che mi toccava la coscia e cercava di insinuarsi in mezzo, strinsi per bloccarlo ma lui si avvicinò e mi origliò che se ero carina con lui non me ne sarei pentita perché mi avrebbe ricompensata come meritava una puttana di classe come me, quelle parole mi eccitarono terribilmente e guardandolo negli occhi divaricai le gambe per farlo entrare, con la sua mano grassa arrivò fino alla mia figa e la penetrò con le dita facendomi anche male. Poi sempre mentre mi toccava si rivolse a Ciro chiedendogli di approfittare del suo ufficio e della sua segretaria per sbrigare un po’ di lavoro prima che lui riprendesse possesso delle sue cose. Ciro guardò la mano sulle mie cosce del porco e sorridendo gli diede le chiavi. Si scusò con i presenti e uscimmo dal ristorante. Nell’ascensore cominciò a palparmi le tette e a cercare di baciarmi sulla bocca ma a me faceva schifo e lo evitai in tutti i modi. Nello studio di Ciro si tolse la giacca tirò fuori il portafogli e, presa una banconota da 500 euro, la posò sulla scrivania e mi disse: “ora fammi vedere quanto sei puttana…”. Ero eccitata a vedermi trattata da prostituta, mi accovacciai davanti a lui e dopo avergli tirato fuori il cazzo glielo presi in bocca, rantolava come un porco mentre glielo succhiavo poi mi mise a pecorina sul divano e mi penetrò nel culo, scopava bene quell’animale e mi stava facendo godere da matti. Soddisfatto del mio culo si sedette sul divano e mi fece impalare su di lui e mi ordinò di cavalcare forte mentre lui mi mordeva le tette. Improvvisamente sentii una cosa calda e dura che premeva contro il mio orifizio, mi girai di scatto e vidi Ciro nudo che mi disse di stare buona e mi penetrò. Urlai di piacere mi sentivo piena e posseduta divinamente da due vecchi porconi mentre dietro la porta intravidi mio marito che guardava e si segava, quasi svenni per il piacere che stavo provando e fu bellissimo quando i due mi vennero dentro contemporaneamente, nello stesso istante in cui io stavo avendo l’ennesimo orgasmo. Quando sfilarono i loro cazzi e si abbandonarono soddisfatti sul divano Ciro mi ordinò di ripulire tutto così, a turno, mi accovacciai prima davanti a uno e poi davanti all’altro e con la bocca ripulii di tutta la sborra residua i loro cazzi.
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